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Sunday, February 16, 2014

Il sogno ritorna tutte le volte che la mia vita sembra avere angosciosamente meno senso del solito ed il tempo scorre inutilmente, un orologio senza lancette, una sveglia muta. Ma se ho descritto un luogo così minuziosamente è stato per narrare un tempo, checchè ne dica il mio inconscio che preme per arrivare al nodo, il lungo tempo solare ed anodino trascorso tra gli olivi e le vigne di Contrada Fornaci, il più felice della mia vita e non lo sapevo, sospeso a testa in giù tra un cielo permanentemente azzurro ed una terra calda e profumata. Arriverò alla fine , mia cara profonda alterità, ma ci devo arrivare spiegando anche quei dieci anni sereni, acefali, miti, passati a fare il segretario e il fattore di Michele, dividendomi tra il mio paradiso collinare fuori del tempo  e la città degli studenti, sempre così pieni di futuro negli occhi e teneramente giovani , senza mai annoiarmi, meravigliato e commosso del mondo intorno, delle follie sempre più iperboliche del mio ospite, dei rivolgimenti di una Storia così lontana perciò tanto più interessante, del sempiterno ciclo della vita, ad ogni primavera un pullulare di fiori e di cuccioli, ad ogni inverno la scure che si abbatte equanime sull'animale e sulla pianta perchè animali e piante possano perpetuarsi come bosco, come mandria, come gregge. Fino al giorno che anche questo, come tutto, finisce; finisce, come sempre per me, alla ricomparsa abbagliante della Cupa Mietitrice, la squilla che scandisce le stagioni della mia vita, il volta la carta del mio mazzo di Tarocchi.
Nuovo lutto nuovo giro.

Sunday, February 9, 2014

come può essere un passato così profondo non avendo vissuto
nel sogno ho dodici anni ma non so chi sono il cortile è vuoto e il sole di gennaio è un lampo di ghiaccio una domanda che si ripete monotona senza risposta una lingua sconosciuta
ho perduto la strada mi sono perso e la realizzazione dell'essere perduto è lancinante
non c'è nessuno cui chiedere un'indicazione sono solo al mondo una quena suona tre note  tre note tre note continuamente ma non vedo il suonatore se c'e il suono deve esserci qualcuno che suona qualcuno che risponde
ma mi affaccio ad uno specchio vuoto ho perduto la strada sono come nato perduto perduto neppure mai nato un piccolo lampo di luce
mi affaccio ad un abissale passato e non sono mai esistito